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Accueil / Actualités / Rifiutiamo di essere i complici attivi di una politica scientifica disastrosa : già più di 3800 firme per una moratoria delle valutazioni ANR et AERES !

Rifiutiamo di essere i complici attivi di una politica scientifica disastrosa : già più di 3800 firme per una moratoria delle valutazioni ANR et AERES !

moratoria delle perizie per l’ANR o l’AERES

le 20 octobre 2008

il testo che segue è un appello a smettere di subire in silenzio l’attuale politica del governo in materia di insegnamento superiore e ricerca. L’azione che proponiamo, una moratoria delle perizie / valutazioni / per l’ANR e l’AERES, mira a bloccare una politica che ci pare nefasta, realizzata attraverso strutture il cui modus operandi è contestabile. Questo non significa che rifiutiamo il principio della valutazione o del finanziamento di progetti di ricerca mediante valutazione : significa che ne abbiamo abbastanza del fatto che le nostre proposte non vengano prese in considerazione e che si metta in pericolo l’avvenire della ricerca e dell’insegnamento superiore nel nostro paese. Evidentemente non è necessario, per firmare quest’appello, essere d’accordo con l’insieme delle posizioni di SLR.


Please go back to the french version of this text in order to sign the petition.
We actively need your support !
Please sign and circulate the text below and/or the following URL address :
http://www.sauvonslarecherche.fr/sp...
Signing this petition will mean that if contacted by the ANR or the AERES agencies as an expert you will temporarily REFUSE to make a scientific report for them.

Before signing in, you will have to fill in the following items

Dati personali :
Nome :
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Città :
Funzione : Professione (se nell’ambito di ricerca & insegnamento superiore, precisare il ruolo : ricercatore, professore, ecc., e la disciplina) :
Istituzione :
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moratoria delle perizie per l’ANR o l’AERES

Grazie mile to Ilaria Castellani from Sophia-Antipolis for the Italian translation of the original french version of the text.

La Francia sta vivendo una vera mutazione dell’organizzazione del suo sistema d’insegnamento superiore e di ricerca e dei valori che lo ispirano. Una parte crescente delle sue attività di ricerca si effettua su contratti a breve termine, facendo ricorso a personale precario. Le scelte scientifiche e pedagogiche sono sempre meno definite dagli addetti ai lavori (insegnanti-ricercatori, ricercatori, ingegneri). Quello che ormai prevale è l’utilità presunta di queste scelte, definita dai servizi del ministero, che fisseranno regolarmente nuovi obiettivi applicabili a tutti. La produzione e la trasmissione delle conoscenze sono intese a salvare l’economia e debbono ormai essere valutate e indirizzate a questo solo scopo. Per questo, la valutazione e la gestione della ricerca e dell’insegnamento superiore debbono essere fondate su degli indicatori semplificati al punto da diventare nefasti. Le fonti di finanziamento si moltiplicano e si parcellizzano ma rispondono tutte allo stesso modello, il che non fa che accrescere le incombenze di carattere amministrativo degli attori della ricerca accademica, senza peraltro offrire loro nessuna varietà nel tipo di progetto proponibile. Questo condurrà irrimediabilmente all’abbandono di numerose tematiche.

Questi cambiamenti vengono imposti senza che le indicazioni e gli allarmi espressi dalla comunità scientifica vengano tenuti in alcun conto. La priorità che il governo pretende di dare alla ricerca e all’insegnamento superiore si traduce nei fatti in una soppressione di 900 posti in questi settori, in uno stanziamento reale molto ridotto (cf Budget 2009 : le (la) sinistre de la recherche), e in un "piano Campus" che condurrà di fatto a un sotto-finanziamento delle università in molte regioni (Nord, Bretagna).

Questo nuovo modo di gestione del sistema di ricerca e insegnamento superiore si appoggia su due strutture recenti : l’ANR (Agence Nationale de la Recherche) e l’AERES (Agence d’Evaluation de la Recherche et de l’Enseignement Supérieur). La prima assorbe il grosso dei crediti della ricerca privando in questo modo università e grandi enti di ricerca dei loro mezzi, e quindi di ogni autonomia scientifica. Il risultato sarà un sistema destrutturato in cui non ci sarà più alcun solido intermediario (laboratori, istituti, luoghi propizi ad un’attività collettiva e interdisciplinare) fra il ministero e i singoli gruppi di ricerca. Questi ultimi saranno messi in competizione fra loro per contendersi i fondi pubblici. Soltanto i più grossi e meglio impiantati potranno cavarsela (esattamente lo stesso succederà col piano Campus, che finirà col limitare, se non distruggere, le piccole università, per quanto dinamiche esse siano). L’ANR è inoltre all’origine della proliferazione di posti precari che, di pari passo con la riduzione delle posizioni permanenti, crea una vera bomba a orologeria. Quanto all’AERES, i cui membri sono tutti nominati dal ministero, essa si sostituisce alle strutture collegiali di valutazione esistenti (CoNRS, CNU). Quale che sia la professionalità del lavoro effettuato dagli esperti, i loro rapporti passano successivamente attraverso une serie di filtri e riformulazioni poco trasparenti il cui risultato finale ha più di una volta stupito e scioccato coloro che erano oggetto della valutazione.

Nel mese di giugno 2008, in risposta a l’appello di SLR, 15 000 persone si sono impegnate a non assolvere più nessun compito che contribuirebbe a minare in breve tempo i fondamenti e l’avvenire dell’attività di ricerca, a meno che il governo non volesse tenere conto delle osservazioni e degli appelli che gli sono stati fatti. Il governo ha fatto le sue scelte e si è assunto le sue responsabilità. Noi ci assumiamo le nostre.

Ci rifiutiamo di contribuire a questa destrutturazione dell’’insegnamento superiore e della ricerca. Ci impegniamo dunque a rifiutare d’ora in avanti di fornire valutazioni per l’ANR o l’AERES, finché non ci saranno segni chiari di un cambiamento della politica del governo, che si traduca sia in un aumento degli stanziamenti sia nella creazione di posti permanenti (e non nella loro soppressione, cosa a cui si assiste attualmente).

Siamo in profondo disaccordo con la politica del governo nell’ambito della ricerca e della formazione e rifiutiamo di esserne complici. Difenderemo un’altra politica, che sia conforme agli interessi del nostro paese e alla nostra concezione della ricerca e dell’insegnamento. Le obiezioni più frequenti a questa nostra azione, e le risposte a queste obiezioni, si possono leggere qui Les objections les plus courantes à cette action, et des réponses à ces objections sont ici.